Il Programma Elettorale Partecipato
Il processo partecipato di stesura del programma elettorale

In vista delle prossime elezioni amministrative ad Asti, una delle liste in lizza per la competizione elettorale ha incaricato Simone Deflorian, esperto di processi partecipativi, della predisposizione di un piano per la stesura partecipata del programma elettorale.

Quando gruppi politici, movimenti, comitati e liste mi richiedono una consulenza per la realizzazione di programmi elettorali insieme con la gente, io sono sempre piuttosto guardingo e sospettoso. Molto frequentemente tali richieste sono finalizzate unicamente alla competizione elettorale e non ad un interesse a sviluppare partecipazione, democrazia e cittadinanze attive nei quartieri“, sostiene Simone Deflorian.

Ricordo un caso in cui un importante consigliere regionale mi contattò in prossimità di una scadenza elettorale, per verificare come potessi essere utile a mobilitare la partecipazione, in vista della sfida elettorale.

Io chiesi al consigliere quale fosse il piano che avevano in mente relativamente alle politiche di sostegno e sviluppo della partecipazione dei cittadini.

Questi mi rispose che il loro partito era fervido sostenitore della partecipazione democratica dei cittadini. Poi, per meglio comprendere, gli chiesi quali interventi specifici intendessero mettere in campo su questo tema dopo le elezioni, nel caso di vittoria elettorale.

La risposta fu che intendevano promuovere la partecipazione dei cittadini, ma che avrebbero poi valutato successivamente quali interventi e quali politiche mettere in atto relativamente alla partecipazione dei cittadini.

L’incontro si concluse lì. Risposi che ero disponibile solo ad un incarico che prevedesse già fin da ora uno sviluppo di tale politica per l’intero mandato elettorale, ovviamente nel caso di vittoria elettorale“.

Quando si verificano queste situazioni, spesso non si tratta di ricerca e di interesse per la partecipazione, quando piuttosto manipolazione e strumentalizzazione della gente a meri scopi di consenso elettorale. Tale modalità è antipartecipativa per definizione, cioè allontana e disillude la partecipazione della gente alla costruzione di politiche di sviluppo locale“, conclude Simone Deflorian.

In questa occasione, il consulente ha individuato che nella richiesta della lista ci fossero gli estremi per rintracciare la linea dello sviluppo urbano partecipato come asse portante degli indirizzi che tale raggruppamento intendeva portare avanti.

La campagna elettorale partecipata è articolata con un momento di lancio che dà il via ad assemblee aperte nei diversi quartieri cittadini per raccogliere bisogni, spunti e sogni degli abitanti.
Spunti, bisogni, sogni, idee e progetti vengono elaborati e sistematizzati (codificati e decodificati) e sono poi presentati in una grande assemblea plurale aperta nel centro cittadino.

Nel corso di tale assemblea, gli abitanti che liberamente scelgono di essere presenti, definiscono le priorità tra tutti i temi raccolti durante le assemblee nei quartieri.

Tali priorità diventano parte costitutiva del Programma Elettorale Partecipato.

Contestualmente, nel caso di vittoria elettorale, la lista si fa carico della responsabilità di rendicontare il raggiungimento degli impegni assunti nel programma partecipato, attraverso assemblee pubbliche e aperte nei quartieri e attraverso la realizzazione di sedute del Consiglio Comunale effettuate all’aperto nelle piazze dei quartieri coinvolti dagli specifici Ordini del Giorno.

La lista e il consulente segnalano che già riuscire a realizzare tale piano partecipato di stesura del Programma Elettorale è una vittoria di per sè, in quanto i cittadini hanno potuto sperimentare in prima persona un modo diverso di governare l’amministrazione pubblica e i beni comuni.



Articolo a cura di
Chiara DallavalleSimone Deflorian

Sviluppo Partecipato di Città e Organizzazioni


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